Lo sfruttamento dei diritti sull'opera del Maestro Dopo anni di contese legali e supposizioni più o meno accettabili ci troviamo finalmente di fronte alla decisione di una Corte. Una decisione che ribadisce un diritto, quello della SRF di essere l'unico ente autorizzato dal Maestro alla diffusione e pubblicazione della sua opera creativa. Una decisione che dal nostro punto di vista era abbastanza scontata, ma che per altri è stata invece per anni oggetto di dubbi e discussioni. Non vogliamo con ciò farne una questione di sponde, che sarebbe del tutto fuori luogo, ma vorremmo invece invitarvi a riflettere meglio sul valore di questa decisione. Paramahansa Yogananda è vissuto con l'obiettivo fermo e dichiarato di introdurre la scienza del Kriya all'interno della moderna società occidentale. Durante la sua incarnazione Egli ha dedicato ogni istante ad ampliare un pò di più questa "coscienza", usando ogni mezzo e metodo più opportuno. Se Egli ha fondato la SRF e ne ha costituito il gruppo Dirigente è stato perchè riteneva necessaria la sua organizzazione per la diffusione dell'insegnamento.La realizzazione del corso principale in forma di lezioni è stata opera sua, che ha supervisionato e verificato fin quasi gli ultimi giorni della sua vita terrena. Si rendeva conto, Lui, sempre immerso nella Luce Divina, dei limiti e delle difficoltà umane, ma non per questo rinunciò mai a costituire una forma nelle cose che faceva. Perchè allora non voler credere che la sua volontà era proprio quella di usare un'organizzazione per la continuità del suo lavoro? Dopotutto ci sembra una visione molto realistica e saggia, tutte le iniziative hanno bisogno di organizzazione per procedere, la stessa Ananda lo è e ne incarna i principi comuni. Perchè allora contestare, come si è fatto, questa autorità costituita dal Maestro stesso? Perchè diffamarla e obbligarla ad una difesa legale per affermare i propri diritti se si crede che Lui stesso l'ha voluta? Forse le ragioni giacciono nel dubbio, forse si tratta di una voglia di prevalenza personale che non ha niente a che fare con l'opera o forse si tratta della sopravvivenza stessa della comunità di Ananda. Di fatto, chi segue questo insegnamento sa, quanto sia difficile restare sul sentiero e anche quanto grande sia il premio per chi vi riesce. Ciò che Ananda non è riuscita ad affermare nel suo esperimento trentennale è proprio la necessità di essere aiutati dal gruppo, dalle persone, dalle Guide o da altri Maestri.... Paradossalmente ciò che emerge dalla loro esperienza è che bisogna fare il proprio lavoro da sè, con sacrificio e dedizione, affidandosi interamente alle mani del Maestro, piuttosto che affidarsi ad un gruppo che vive i suoi umani limiti. Un abbandono, che da oggi sarà finalmente liberato da ogni dubbio, perchè da oggi sappiamo di essere sempre stati tutti quanti devoti di un solo Maestro, di una sola chiesa e di una sola dottrina, non esistono alternative credibili a questo. Da ogni parte del Mondo continuamente si ergono come fiamme nuovi devoti,che assieme agli altri più anziani desiderano la continuità e l'affermazione dell'opera e del lavoro originale di Yoganandaji. A tutti auguriamo ogni successo spirituale e lanciamo un invito di amicizia e rinnovata fratellanza sotto l'ala dell'unica Chiesa della Realizzazione mai fondata: quella di Paramahansa Yogananda.
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